I dati del Rapporto 2023 sul turismo enogastronomico curato da Roberta Garibaldi 

raccontano l’evidente differenza di approccio in ambito mountain food tra la Gen Z

e tutte le altre, Millennials compresi.

 

I ristoranti stellati
In particolare, gli under 25 sono un po’ meno attratti (61%) dalla possibilità di visitare

un ristorante storico della località di montagna scelta per le loro vacanze, che costituisce

la prassi per gli over 55 con una percentuale superiore al 75 percento.

Spopola invece tra la Gen Z la voglia di provare un ristorante gourmet di alto livello

e in alta quota, come quelli che possono vantare la stella Michelin.

 

Questa tendenza emerge chiaramente dal raffronto tra le risposte delle differenti generazioni:

a desiderare l’esperienza “stellata” è il 27% del campione in età compresa tra 18 e 24 anni

e il 22% della fascia d’età successiva (25-34 anni), mentre la voglia di una cena gourmet

è quasi assente (8%) tra gli over 65 ed è molto più contenuta anche tra le generazioni

intermedie.

 

Outodoor ed edutainment
“Oggi i giovanissimi vanno alla ricerca di esperienze food & wine dinamiche, ingaggianti,

divertenti e uniche in montagna. Cucina tipica con un occhio di riguardo al gourmet,

trekking e bike tour enogastronomici, wellness e itinerari: questi i desiderata della Gen Z”,

afferma Roberta Garibaldi”.

“È importante sottolineare che i pattern di compattamento dei giovanissimi sono spesso

ben distinti dalle altre generazioni, anche quelle più vicine, evidenziando la necessità

per il turismo enogastronomico di innovarsi, aprirsi sempre di più a nuove formule attive

che abbracciano l’outdoor e l’edutainment”.

 

I food truck
Un altro risultato significativo è quello legato ai food truck e ai chioschi attivi sulle piste da sci sia per un pranzo rapido durante la giornata sia per il rito dell’après-ski.

In questo caso, la volontà di consumare outdoor da parte degli under 25 viene

espressa dal 23% degli intervistati, mentre tra i Boomers scende all’11 per cento.

I cosiddetti “Centennials“, uno dei termini utilizzati per definire coloro che sono nati dopo il 1995, sono anche i più desiderosi di provare le esperienze attive del turismo enogastronomico: 6 giovani su 10 sono interessati a queste proposte.

 

La differenza con gli over 55 è netta in particolare per le attività sportive all’aria

aperta, sia nella stagione invernale sia in quella estiva (trekking, escursioni in bicicletta o mountain bike (gap: 11%), così come per le attività che aiutano a recuperare il benessere, come lo yoga (9%).

La visita ai luoghi di produzione, sebbene sempre richiesta, tende ad essere meno

richiesta rispetto alle altre generazioni (60% contro il picco dell’80% degli

ultrasessantacinquenni).

Aziende agricole, caseifici e cantine sono in cima alla loro wish list, ma il gap

di interesse con gli over 55 è marcato – rispettivamente 16%, 9% e 15% – forse

per una minore mancanza di appeal delle esperienze in questi luoghi.

 

I percorsi enogastronomici
È invece abbastanza richiesta, probabilmente perché collegabile all’idea

di un turismo attivo, l’esperienza di seguire in autonomia un percorso enogastronomico, con il 62% delle risposte espresse tra gli under 25 e il 56% degli over 55.

Gli itinerari a tema formaggio e birra sono quelli che godono di un maggiore appeal tra i giovanissimi rispetto ai senior.

Infine, dalla voce “altre esperienze”, emergono differenti propensioni dei turisti

enogastronomici rispetto all’offerta specifica dei territori. Ad esempio, la visita

al mercato dove sono esposte le tipicità locali è molto alta tra i Boomers (53%)

e tocca il minimo tra i Millennials (30-31%), per salire leggermente di quota tra la

Gen Z (39%).

E neppure la visita alle piccole botteghe artigiane del gusto fa impazzire i più giovani: a desiderarla è il 33% degli under 25 anni e solo il 31% della fascia 35-44 anni, mentre tra gli over 65 anni si arriva al picco (40%).