In diversi Paesi del mondo i consumatori sono sempre più propensi ad acquistare articoli di moda etici e sostenibili.

 

Condotta tra più di 12.000 adulti negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, Germania e Italia, la nuova indagine condotta da YouGov mostra che l’impatto sull’ambiente oggi è davvero un criterio di acquisto rilevante nelle scelte dei consumatori.

 

Il 55% degli intervistati afferma che si tratta di un parametro importante in ambito moda. Una percentuale che in Francia è del 56%, negli Stati Uniti del 57% e addirittura il 59% in Italia. Scende invece in Germania al 48%, proprio in un Paese dove l’aumento dei costi energetici mette sotto pressione i consumi dal 2022.

 

Il prezzo

 

Il prezzo resta il principale parametro tenuto in considerazione nella scelta di acquisto, in particolare per gli inglesi (82%) e i francesi (81%), superando anche i tessuti e il taglio degli abiti, e soprattutto per italiani e americani che evidenziano questo criterio al primo posto.

 

L’impatto sull’ambiente

 

Il discorso sulla sostenibilità entra in gioco solo per circa 3 consumatori su 10.

Le condizioni di produzione, la durabilità o il Paese in cui i vestiti sono stati realizzati sono considerati principi importanti per il 30% dei francesi, il 28% degli americani, il 27% degli inglesi e degli italiani e il 25% dei tedeschi.

 

Sembra che, sebbene i consumatori di queste nazioni affermino di essere impegnati a favore della moda sostenibile, facciano ancora fatica a tradurre la teoria in pratica. E anche in questo caso il prezzo gioca un ruolo importante.

 

Dalla teoria alla pratica

 

Più della metà dei francesi (56%) non acquista abbigliamento eco-responsabile a causa dei prezzi considerati troppo alti, contro solo il 37% degli americani, mentre il 30% degli italiani sottolinea la difficoltà di trovare brand sostenibili (il 29% dei francesi) e il 32% degli italiani e britannici segnala la mancanza di chiarezza e informazione quanto agli aspetti di impatto sull’ambiente che vengono realmente onorati e rispettati.

 

Scelte alternative

 

La conseguenza è che i consumatori utilizzano altre strade per avere un guardaroba che considerano più sostenibile. Più di un terzo dei francesi (34%) afferma, ad esempio, di aver ridotto gli acquisti di abbigliamento per scelta etica e ambientale.

Tra gli intervistati dei cinque Paesi considerati, il 36% afferma di acquistare meno capi di moda ma di migliore qualità, e il 28% afferma di acquistare vestiti second hand.

 

Nei cinque Paesi, solo dal 7% al 15% dei consumatori ritiene che i prodotti di moda responsabile non siano considerati più “di moda”.

 

Lo studio prosegue facendo emergere come, tra coloro che ordinano vestiti online, la stragrande maggioranza (più dell’80% in tutti i Paesi, tranne negli Stati Uniti) si dichiara disposta ad accettare tempi di spedizione più lunghi per essere più sostenibile.

In compenso, gli stessi sono meno propensi a pagare di più (tra il 24% e il 38% a seconda delle nazioni).

 

La durata dei capi

 

E ancora, più di quattro consumatori su dieci (45%) affermano di aver ampliato la durata di vita dei vestiti nel proprio guardaroba dall’inizio della pandemia. Italiani (40%) e francesi (35%) affermano di tenerli più a lungo, rispetto solo al 25% dei britannici, mentre il 16% degli americani afferma di conservarli solo per un periodo compreso tra sei mesi e un anno e che il 7% se ne disfa addirittura prima di sei mesi.

 

Come migliorare l’immagine sostenibile e responsabile dei marchi di moda?

 

La ricerca fa emergere tre criteri, a cominciare dall’uso ridotto o nullo di sostanze chimiche, da una produzione locale e dalla scelta di materiali più sostenibili.

I francesi attribuiscono inoltre grande importanza alla riduzione dei costi logistici, gli inglesi e gli italiani alla riduzione dei prezzi dei capi etici.

Gli investimenti in metodi di produzione nuovi e più durevoli si posizionano in fondo alla classifica delle priorità dei consumatori.

 

Consumatori da conquistare

Per quanto riguarda i consumatori ancora lontani da questi valori e queste scelte, secondo lo studio rappresentano il 41% del campione. Si tratta dei consumatori che non acquistano in modo eco-responsabile, ma affermano di poterlo fare in futuro (25%) e/o che hanno deciso di farlo in futuro (16%).

Questo gruppo potrebbe unirsi al 30% degli intervistati che acquistano in modo responsabile e intendono continuare, e all’11% che fa scelte di questo tipo da molto tempo.

 

La ricerca

 

I dati di YouGov sono stati combinati con un sondaggio ad hoc condotto su oltre 12.000 adulti negli Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia, rappresentativi della popolazione nazionale, nel marzo 2023.

YouGov fa sapere che vi hanno preso parte 3.132 adulti negli Stati Uniti, 2.008 nel Regno Unito, 2.940 in Francia, 1.949 in Germania e 2.027 in Italia.

 

 

Fonti

YouGov

FashionNetwork