L’Italia è il primo mercato europeo per offerta ricettiva. A certificarlo è il report ‘Italian Hospitality Market’ di Deloitte, che nel Paese evidenzia la presenza di oltre 32.000 strutture. Un record che sta attirando molti investitori, che per il 2023 si dichiarano pronti a investire cifre che raggiungono i 100 milioni di euro.

 

Secondo la ricerca, durante il 2022 il settore alberghiero in Europa ha raggiunto volumi di investimento pari a circa €15 miliardi, in contrazione rispetto all’anno precedente (-9% YoY). L’aumento dei costi di finanziamento, legato alle variazioni dei tassi di interesse, ha portato ad orientare le strategie degli investitori verso una maggiore cautela nel Q4 e nella prima parte del 2023. Tuttavia, l’interesse verso il settore resta stabile grazie alle solide performance operative e alla resilienza dimostrate dal comparto alberghiero.

 

In Italia l’offerta alberghiera è composta da circa 32.000 strutture, posizionando il Paese come il più grande mercato europeo in termini di offerta turistica. Il comparto ricettivo italiano è principalmente caratterizzato dai segmenti 3 e 4 stelle, mentre la fascia più alta (5 stelle) sta guadagnando rapidamente quote di mercato, denotando un posizionamento sempre più alto del comparto ricettivo.

 

La ricerca Deloitte prosegue, analizzando la domanda: il numero di pernottamenti in Italia nel 2022 si è avvicinato sensibilmente alle performance pre-pandemiche (-10% rispetto al 2019) con una forte presenza di turisti internazionali (oltre il 60% a Roma e il 50% a Milano).

 

Gli investimenti in Italia

 

Osservando il contesto nazionale, il mercato alberghiero italiano ha registrato investimenti complessivi pari a circa €1,6 miliardi (poco più della metà rispetto al 2019), equivalenti al 15% del volume totale del mercato immobiliare.

La prevalenza degli investimenti riguarda in particolare il segmento luxury, su cui si concentra circa il 70% delle acquisizioni. Inoltre, si rileva un crescente interesse per il mercato domestico da parte di investitori internazionali, che superano il 60% del totale degli investimenti.

 

Gli investitori considerano l’Italia una méta turistica ambita e si dichiarano pronti ad investire nel paese. I gruppi alberghieri già presenti sul territorio stanno cercando di ampliare la loro presenza sul suolo nazionale, mentre altri gruppi esteri vogliono fare il loro ingresso nel mercato per la prima volta con l’obiettivo di crescere rapidamente. Infine, i direttori di hotel nutrono aspettative positive per quanto riguarda le performance alberghiere, con previsioni di crescita sia in termini di occupazione camere che di ADR (Average Daily Rate).

 

Le principali minacce a tale crescita sono legate prevalentemente all’aumento dei costi energetici, al deterioramento delle condizioni di credito, alla difficoltà di reperimento di personale qualificato e, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti, all’aumento dell’inflazione.

 

Nord e Centro Italia sono le zone del paese preferite dagli investitori in cerca di asset con rendimenti più stabili, mentre i gruppi alberghieri preferiscono il Centro e il Sud, in quanto rappresentano mercati meno saturi. Le città principali, come Roma, Milano, Firenze e Venezia, sono le mete più ambite sia da investitori che dai gruppi alberghieri, seguite dalle località Sun & Sand e dai laghi.

 

I modelli gestionali

 

Dall’analisi Deloitte dei diversi modelli gestionali alberghieri, emerge una prevalenza della Gestione Diretta.Tuttavia, l’ingresso di nuovi investitori con capitali importanti, insieme all’interesse sempre più alto dei gruppi alberghieri internazionali verso l’Italia, stanno portando ad una maggiore diffusione del Management Contract. Dal punto di vista della proprietà, uno dei principali vantaggi di tale modello consiste nel potersi servire di un Know-How specialistico di settore e nella possibilità di promuovere e commercializzare la propria struttura attraverso canali internazionali e un marchio riconosciuto dal mercato.

Lo svantaggio principale è legato al rischio di impresa, che esercita un peso ancora importante nella scelta della formula di management.

 

Per quanto riguarda i gestori, invece, la possibilità di espandere il proprio brand senza dover affrontare importanti investimenti rappresenta, soprattutto per i gruppi alberghieri internazionali, un vantaggio significativo.

 

La sostenibilità ambientale

 

Analizzando le politiche di sostenibilità ambientale, tutti i soggetti coinvolti concordano sulla rilevanza di tali tematiche. Tuttavia, circa il 60% degli intervistati ritiene che l’attuale impegno delle aziende alberghiere italiane verso la sostenibilità sia ancora insufficiente.

 

Questo dato fa sicuramente riflettere, soprattutto se si rapporta alla consapevolezza da parte di tutti gli intervistati dell’influenza positiva che tali iniziative hanno sia sulla riduzione dei costi, prevalentemente legati al risparmio energetico, sia sull’incremento dei ricavi.

 

Per essere sempre più competitivi nel panorama turistico internazionale, l’adeguamento delle strutture ai moderni criteri di sostenibilità diventa un elemento su cui oggi non si può più prescindere.

 

Conclusioni

 

Il settore si trova quindi di fronte a un momento positivo, in cui convergono gli interessi di tutti i player coinvolti: gli investitori pronti a destinare importanti capitali al mercato alberghiero italiano, i gruppi sempre più intenzionati a espandersi nel Paese e i direttori dei singoli hotel che vedono con grande ottimismo l’aumento delle performance gestionali nei prossimi anni.

 

Ci sono tutti i presupposti affinché le strutture del Bel Paese possano migliorare la propria competitività con i player più importanti a livello mondiale. La vera sfida per l’industria alberghiera italiana consiste adesso nel rinnovare e adeguare l’offerta turistica agli standard internazionali di sostenibilità, insieme all’obiettivo di conquistare maggiori quote di mercato nel segmento del lusso.