PR & GO UP

Mercato Pubblicitario 2024: Trend e Previsioni di fine anno

10.09.2024 Comunicazione 4 minuti

In un contesto segnato dalla permacrisi e da dinamiche anticicliche, il mercato pubblicitario continua a dimostrare una straordinaria capacità di adattamento prosperando nonostante le incertezze economiche globali. Le previsioni per la fine del 2024 riflettono questa resilienza, evidenziando una crescita costante sostenuta dalle innovazioni tecnologiche e dai nuovi paradigmi di consumo.

 

In questo articolo, esploreremo i principali trend e le previsioni per il mercato pubblicitario basandoci sui dati e le analisi del Media Hub di UNA.

 

Trend mercato pubblicitario: panoramica generale della crescita e previsioni

L’analisi del mercato pubblicitario italiano per il 2024 conferma una crescita sostenuta nonostante le sfide economiche globali. Secondo il Media Hub di UNA, infatti, il mercato ha registrato un incremento del 6,1% nel primo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

In particolare, la televisione, sia lineare che avanzata, ha visto un significativo aumento del 9,1%, dimostrando la resilienza di questo mezzo anche di fronte alla crescente diffusione dei media digitali.

 

Le proiezioni per la fine del 2024 stimano che il mercato pubblicitario raggiungerà i 10,426 miliardi di euro segnando un incremento del 5% rispetto al 2023. Questo progresso è alimentato dal dinamismo intrinseco del settore della comunicazione e trainato dalla crescita del segmento digitale e dell’advanced TV.

 

Segmenti di mercato

Televisione

La televisione continua a mantenere una posizione di rilievo, con una crescita del 7% rispetto al 2023. La TV, sia lineare che avanzata, rappresenta una quota significativa del mercato pubblicitario totale contribuendo con 4 miliardi di euro. Nonostante l’avanzata dei media digitali, quindi, la TV rimane un mezzo cruciale per gli investimenti pubblicitari grazie alla sua capacità di raggiungere ampie fasce di pubblico. L’integrazione con tecnologie come l’addressable TV sta inoltre rendendo questo mezzo ancora più versatile permettendo una segmentazione del pubblico più precisa e un ritorno sugli investimenti ancora più elevato.

 

Digitale

Il digitale, incluso il formato video, continua ad espandersi rappresentando una parte sempre più rilevante del mercato pubblicitario. Il video, in particolare, domina con una quota del 54,1% del mercato totale. Questo formato ha registrato una crescita del 7,8% rispetto all’anno precedente e costituisce il 71% degli investimenti digitali. La “coda lunga” del mercato, composta da piccoli e micro investitori, contribuisce per circa il 52% alle entrate degli OTT evidenziando il ruolo centrale delle piccole e medie imprese nel panorama pubblicitario.

 

Out-of-Home e Radio

Il settore Out-of-Home (OOH) ha registrato un incremento del 7,8% raggiungendo i 593 milioni di euro. Innovazioni come l’integrazione di schermi digitali interattivi e la ripresa degli eventi pubblici hanno contribuito significativamente a questa crescita.

 

La radio, dall’altra parte, continua a dimostrare la sua efficacia come mezzo versatile con una crescita del 4,6% che porta il settore a un valore di 461 milioni di euro. L’aumento dell’ascolto in streaming e l’adattamento dei contenuti alle nuove abitudini di consumo sono stati fattori chiave di questo sviluppo positivo. In particolare, la capacità della radio di evolversi e adattarsi al contesto digitale, con contenuti disponibili on-demand e attraverso piattaforme streaming, ha consolidato la sua rilevanza nel mix pubblicitario.

 

Proprio per questo anche la crescita del podcasting e dello streaming audio merita un’attenzione particolare: il digital audio sta infatti emergendo come un potente strumento pubblicitario in grado di offrire nuove opportunità per il targeting personalizzato.

 

Nuovi trend del mercato pubblicitario 2024

Retail Media

Il Retail Media rappresenta la terza era della pubblicità digitale, offrendo nuove opportunità per raggiungere i consumatori direttamente nei momenti di acquisto grazie a piattaforme pubblicitarie integrate nei siti di e-commerce. Questo approccio sta trasformando radicalmente le strategie pubblicitarie permettendo ai brand di capitalizzare sui dati di acquisto in tempo reale per offrire messaggi altamente mirati e personalizzati.

 

Advanced TV

L’Advanced TV, che include la TV addressable e on demand, sta registrando una crescita notevole del 28,4%, rispetto al 2023, con un valore di mercato di 521 milioni di euro. Questo segmento rappresenta il 13% del totale investimenti in TV e il 9,3% del totale investimenti in video indicando un futuro promettente per le piattaforme di streaming e i broadcaster tradizionali che adottano tecnologie avanzate per la pubblicità. L’integrazione di funzioni interattive e di targeting avanzato sta rendendo l’Advanced TV un elemento chiave nelle strategie pubblicitarie moderne.

 

Intelligenza Artificiale e Mercato Esperienziale

Il settore dei media è inoltre un pioniere nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, (AI), con numerose applicazioni che stanno rivoluzionando il modo di fare pubblicità. Le tecnologie AI vengono utilizzate per ottimizzare le campagne pubblicitarie, migliorare il targeting e personalizzare i contenuti per il pubblico, rendendo la pubblicità sempre più efficiente e mirata. Questa trasformazione non solo sta migliorando l’efficacia delle campagne, ma sta anche cambiando le aspettative dei consumatori che si aspettano un’esperienza pubblicitaria sempre più personalizzata e rilevante.

 

Un altro trend in forte crescita è il mercato esperienziale, che include sponsorizzazioni, eventi, branded content e influencer marketing. Questo segmento ha raggiunto un valore di 4,2 miliardi di euro nel 2024 con una crescita del 10,3% rispetto all’anno precedente. La capacità di creare esperienze uniche e coinvolgenti si rivela cruciale per i brand che cercano di costruire relazioni durature con i consumatori. I brand, infatti, che riescono a integrare esperienze fisiche e digitali, sfruttando eventi dal vivo, contenuti immersivi e campagne influencer per connettersi con il pubblico a un livello più profondo, stanno ottenendo un impatto significativo.

 

Dinamismo del mercato

Il mercato pubblicitario risulta particolarmente dinamico grazie ai nuovi player provenienti dagli streamer, come Prime Video e Disney+, e al consolidamento di spender importanti nei settori automotive, largo consumo, media ed editoria. Questo dinamismo è evidente nel formato video che ha un valore di quasi 6 miliardi di euro, rappresentando il 54,1% del mercato, mentre il testo ha un valore di 4,2 miliardi di euro (40,7%) e l’audio rappresenta il 5,1% del mercato.

 

Prospettive e opportunità per il futuro del mercato pubblicitario

Il 2024 si prospetta come un anno di consolidamento e innovazione per il mercato pubblicitario. Nonostante le sfide economiche globali, infatti, il settore continua a dimostrare una straordinaria resilienza guidata dall’avanzamento tecnologico e dai mutamenti nelle preferenze dei consumatori.

 

La TV mantiene la sua centralità, mentre i media digitali e le nuove forme di pubblicità, come il Retail Media e l’Advanced TV, offrono nuove opportunità di crescita. Il mercato esperienziale, infine, sottolinea l’importanza di creare connessioni significative e durature con i consumatori, aprendo nuove strade per il futuro della pubblicità.

 

È proprio in questo scenario dinamico che le agenzie come PR & GO UP sono chiamate a interpretare e sfruttare al meglio questi trend, al fine di guidare i propri clienti verso strategie pubblicitarie sempre più efficaci e innovative.

CLIENTI

Previous
Next

PR & GO UP

L’evoluzione dell’Influencer Marketing: dai macro influencer ai micro e nano-Influencer

19.06.2024 Comunicazione 4 minuti

Negli ultimi anni, il panorama del marketing digitale continua a subire trasformazioni significative e una delle ultime evoluzioni riguarda proprio l’influencer marketing. In una realtà digitale fortemente dominata dai social media, in cui la fiducia e l’autenticità sono ormai valori inestimabili, si parla sempre di più di micro influencer marketing, un cambiamento che non ha nulla di casuale, ma affonda i suoi perché in diversi elementi. 

 

Sono sempre di più infatti i brand che abbandonano le campagne generiche e impersonali fatte con i macro influencer per abbracciare le collaborazioni con micro e nano-influencer

 

Panoramica sull’evoluzione dell’influencer marketing: il declino dei macro influencer e l’ascesa dei micro influencer

In passato, le aziende hanno puntato i loro investimenti principalmente verso macro-influencer e celebrità al fine di ottenere visibilità immediata e raggiungere un vasto pubblico. Con il passare degli anni però, complice la saturazione del mercato e la crescente consapevolezza degli utenti, abbiamo assistito a un calo d’efficacia di queste collaborazioni. 

 

Perché? Il sempre maggior scetticismo da parte degli utenti dei social, ha portato questi ad assumere un atteggiamento diffidente verso le sponsorizzazioni esplicite con il risultato di percepire le stesse come poco autentiche. Un esempio lampante è stato il Pandoro-Gate, scandalo che ha scosso il settore ma che ha anche dimostrato la sua resilienza.

 

Come sottolinea infatti la quarta edizione dell’Osservatorio InSIdE, seppur il settore sia rimasto forte e in crescita, è emersa l’importanza di fiducia e trasparenza, elementi che i micro e nano-influencer riescono a trasmettere in modo più efficace rispetto ai colleghi più famosi.

 

I micro e nano-influencer, con la loro autenticità, il loro elevato engagement e la loro capacità di raggiungere nicchie specifiche, rappresentano quindi la chiave per connettersi con il pubblico in modo profond e duraturo.

 

Micro e Nano-Influencer: i protagonisti della nuova era digitale social

I micro-influencer (10.000-100.000 follower) e i nano-influencer (1.000-10.000 follower) stanno guadagnando terreno grazie alla loro capacità di instaurare relazioni personali e autentiche con il loro pubblico. Non avendo ancora raggiunto uno status di celebrità sono visti come persone comuni dai loro follower. Inoltre questi piccoli creatori di contenuti sono spesso esperti in nicchie specifiche, il che li rende particolarmente efficaci nel raggiungere segmenti di mercato mirati.

 

La rivoluzione della customer intimacy nel settore dell’influencer marketing

Come anticipato, la vera rivoluzione del marketing non risiede solo nel cambiamento delle dimensioni degli influencer, ma nella costruzione di relazioni profonde e autentiche. Le aziende così scoprono che la superficialità non paga. È necessario creare un legame bidirezionale basato sul valore reciproco.

 

Secondo la ricerca Branding e-volution 2024, promossa dalla School of Management del Politecnico di Milano e da UPA (Utenti Pubblicità Associati), la customer intimacy è fondamentale per relazioni durature e redditizie. Giuliano Noci, professore di strategie e marketing al Politecnico di Milano, sottolinea l’importanza di acquisire, soddisfare e fidelizzare la clientela, che oggi ha esigenze e aspettative in continua evoluzione. Tutto ciò, nel settore dell’influencer marketing, trova la perfetta risposta nel micro influencer marketing.

 

L’importanza della trasparenza

La trasparenza è un pilastro di questa nuova era. Se infatti lo scandalo Pandoro-Gate ha dimostrato la fragilità e la delicatezza del rapporto di fiducia, dall’altro lato ha anche evidenziato la capacità del settore di riprendersi con rapidità proprio grazie ad autenticità e trasparenza e come i micro e nano-influencer, grazie alla connessione più stretta e genuina con il proprio pubblico, siano meglio posizionati per mantenere il legame di fiducia tra brand e consumatori. 

 

TikTok come emblema dell’autenticità e della spontaneità

La ricerca di contenuti autentici si riflette anche nella scelta delle piattaforme social da parte degli utenti. Se Instagram, Facebook e YouTube rimangono strumenti ancora significativi per le loro enormi potenzialità, è soprattutto la costante crescita di TikTok a dimostrare il desiderio di contenuti genuini.

 

Forte grazie al formato video verticale, perfetto per la visione su smartphone, e l’eccellente algoritmo di raccomandazione, TikTok favorisce sia la creazione sia il consumo di contenuti personalizzati e in linea con gli interessi del pubblico, diventando così l’ambiente ideale per la connessione tra utenti con interessi simili.

 

È proprio in questo scenario che i micro e nano-influencer assumono un ruolo centrale. Visti come esperti in nicchie specifiche, e grazie a contenuti non patinati o artificiosi, risuonano con il pubblico moderno diventando fonte di consigli e ispirazione. Di conseguenza la loro credibilità li rende eccezionalmente abili nel promuovere prodotti e servizi in modo naturale e non invasivo.

 

Perché prediligere i micro e nano-influencer

Il micro influencer marketing, oltre a rispondere al bisogno di trasparenza e autenticità che permea oggi il settore, è sempre più spesso scelto come strumento di marketing dalle aziende per ulteriori fattori:

 

  • Alti tassi di coinvolgimento: alcune ricerche nel settore hanno dimostrato che i nano-influencer possono avere tassi di coinvolgimento fino al 5.6%, mentre i micro-influencer raggiungono il 2.43%, superando di gran lunga i macro e mega-influencer che si attestano rispettivamente al 2.05% e 1.9%. Questo alto livello di interazione significa che i follower non solo vedono i contenuti, ma li apprezzano e interagiscono attivamente.
  • Costi inferiori e maggiore ROI: molti micro e nano-influencer collaborano dietro compensi modesti, se paragonati a quelli delle celebrità e dei macro-influencer, rendendoli così accessibili anche per le campagne con budget limitati. Inoltre, il ROI tende a essere più elevato grazie ai tassi di coinvolgimento superiori e alla maggiore fiducia da parte del pubblico.
  • Nicchie specifiche e community coinvolte: essendo spesso esperti in nicchie specifiche, risultano particolarmente efficaci per i brand che necessitano di penetrare mercati di nicchia o di raggiungere target specifici. Le community di nano e micro-influencer, anche se più piccole, sono altamente coinvolte e appassionate. Ciò offre alle aziende un pubblico maggiormente qualificato e predisposto ad agire e reagire ai consigli ricevuti.

 

Il futuro dell’influencer marketing è qui: è il micro-influencer marketing

I micro e nano-influencer non sono una tendenza passeggera, ma rappresentano la nuova frontiera dell’influencer marketing. Offrono alle aziende un’opportunità unica di connettersi con il proprio pubblico in modo autentico ed efficace, costruendo relazioni durature e basate sulla fiducia. Nella continua evoluzione del digital marketing è fondamentale sapersi adattare e abbracciare i cambiamenti perché per le aziende che non colgono questa opportunità, il rischio è di rimanere indietro. Scegliere gli influencer giusti però è fondamentale per il successo di una campagna di marketing.

 

In una realtà in cui i consumatori finali sono sempre più attenti ai valori dei brand e in cui temi come la sostenibilità, l’etica e l’inclusione sono più importanti che mai, diventa fondamentale collaborare con influencer che sposino le stesse cause e che possano trasmettere al pubblico un messaggio genuino e trasparente in modo autentico e coerente.

 

In uno scenario così complesso, la scelta di un’agenzia esperta con la quale collaborare, come PR & GO UP,  è un dettaglio non trascurabile per campagne di influencer marketing di successo che partano dallo sviluppo di contenuti coinvolgenti fino alla gestione di ogni aspetto del progetto, dalla pianificazione alla misurazione dei risultati, al fine di non perdere l’occasione di conquistare la propria clientela ideale.

CLIENTI

Previous
Next

PR & GO UP

Olimpiadi 2024: marketing sportivo ed emozionale per brand da podio

30.05.2024 Comunicazione 4 minuti

Le Olimpiadi del 2024 si avvicinano, e con esse un’opportunità unica per le aziende di elevare il proprio brand a livelli da podio. Questo evento globale, che cattura l’attenzione e l’immaginazione di miliardi di persone in tutto il mondo, non è solo una celebrazione dello sport e degli atleti, ma rappresenta anche una piattaforma straordinaria per il marketing sportivo ed emozionale.

 

Ogni quattro anni, infatti, le Olimpiadi trasformano il modo in cui vediamo il mondo, unendo nazioni e culture sotto il segno della competizione pacifica e dello spirito sportivo.

 

Marketing sportivo strategico: oltre la semplice visibilità

Distinguersi tra una moltitudine di competitor e sfruttare al meglio i Giochi, però, richiede un approccio strategico, creativo e autentico. Non si tratta solo di visibilità, si tratta di creare un legame emotivo con il pubblico, di raccontare storie che risuonino con i valori profondi delle persone e di allineare il proprio brand ai principi che caratterizzano le Olimpiadi.

 

In un’epoca in cui il marketing esperienziale e il coinvolgimento del pubblico sono fondamentali, le Olimpiadi offrono un’occasione irripetibile per lasciare un’impronta indelebile nel cuore e nella mente delle persone.

 

Lo spirito olimpico: la chiave per un marketing vincente

Anche se il vostro settore non è direttamente legato allo sport, potete trarre ispirazione dai valori olimpici di eccellenza, impegno, tenacia, fair play e diversità per creare campagne di marketing coinvolgenti e memorabili, rispettando le linee guida Rule 40 e Ambush Marketing, e andando oltre le solite campagne generiche e superficiali.

 

Definire obiettivi chiari, comprendere i valori del proprio brand e le esigenze del pubblico di destinazione sono i primi passi verso il successo. Ideare campagne coerenti con i valori aziendali, è essenziale per generare fiducia e fidelizzare i clienti.

Marketing emozionale: trasmettere passioni e valori

Le Olimpiadi offrono un palcoscenico unico per trasmettere emozioni e valori come l’impegno e la tenacia. Andate oltre le semplici sponsorizzazioni e diventate parte integrante dell’entusiasmo olimpico creando contenuti emozionanti e coinvolgenti, anche organici, per esempio sfruttando l’email marketing, in grado di rievocare lo spirito dei Giochi e lasciare un segno indelebile nel cuore del pubblico.

 

Nello sport, infatti, la fedeltà dei tifosi è cruciale. Gli atleti scendono in campo per rappresentare la propria nazione, ciò fa nascere un grandissimo senso di appartenenza. Non serve essere fan dello sport in questione quando si sa che un connazionale sta partecipando, siamo sempre invogliati a guardare la competizione e, se va bene, a festeggiare perché ci si sente parte di una famiglia.

Diversità, Inclusione e Sostenibilità: Un Mondo di Opportunità

Come è dichiarato anche sul sito ufficiale delle Olimpiadi 2024 “Lo sport aumenta l’inclusività e la coesione sociale, e al contempo riduce l’isolamento unendo le persone con esperienze diverse intorno a una passione o anche ad un semplice momento sul campo da gioco”, viene celebrata la diversità in tutte le sue forme. 

 

Promuovere l’uguaglianza, l’inclusione e la sostenibilità, temi sempre più importanti nell’era odierna, valorizzando le storie di atleti provenienti da contesti differenti, collaborando con atleti minori e organizzazioni che sostengono la diversità e l’inclusione nello sport e nella società, adottando pratiche ecocompatibili, sono alcune strategie che, se sfruttate in modo autentico e genuino, avvicinano maggiormente il proprio pubblico di riferimento.

 

È necessario però dimostrare l’impegno per la sostenibilità e la responsabilità sociale con azioni concrete che dimostrino l’impegno per un futuro più sostenibile e giusto.

Social Media e oltre: non solo visibilità digitale

I social network si dimostrano sempre di più un alleato dalle ampie potenzialità per connettersi con il pubblico globale durante le Olimpiadi. Grazie a piattaforme come Facebook, Instagram, X (ex Twitter), Threads e Youtube, condividere contenuti, prendere parte alla conversazione e connettersi direttamente con i propri follower è più semplice che mai.

 

Collaborando con la giusta agenzia di marketing, inoltre, è possibile andare oltre la semplice condivisione di contenuti e adottare strategie di gamification. Queste possono partire dai social per coinvolgere poi ogni canale digitale. L’uso di giochi e sfide con premi legati agli eventi sportivi infatti generano sempre più interesse e partecipazione attiva permettendo alle aziende, indipendentemente dal settore di appartenenza, di amplificare la propria presenza online e interagire con il pubblico in modo innovativo, coinvolgente e autentico.

Collaborazioni e partnership: insieme si vince di più

Collaborare con influencer e ambassador, atleti, anche minori, o personalità famose, che sposano i valori del vostro brand e sanno raccontare sui social l’esperienza e le emozioni dei Giochi, permette di coinvolgere direttamente la propria community. Una strategia che, inoltre, consente di raggiungere anche uno dei segmenti di mercato più importanti, le generazioni Y e Z.

 

Le partnership però non si fermano solo ai social. Unirsi ad altre aziende, complementari e con valori comuni, per creare campagne di marketing congiunte permette di ampliare il proprio pubblico di riferimento e aumentare l’impatto delle proprie iniziative

 

Promozioni speciali, concorsi e giveaway: coinvolgere il pubblico a 360° per premiare la passione

Non bisogna mai dimenticare che una buona strategia di marketing, o in questo caso una strategia di marketing sportivo da campioni, deve parlare a 360°. 

 

L’offline deve infatti diventare un volano per azioni online e tutte si devono contaminare per avere maggior efficacia. Non limitarsi al digitale è quindi essenziale: eventi pop-up a tema olimpico, dimostrazioni interattive di prodotti, promozioni speciali, concorsi e giveaway, possono essere tutti modi per premiare la passione del proprio pubblico di riferimento e aumentare visite e vendite nei negozi fisici.

 

Trasformare le Olimpiadi in un trampolino di lancio per il successo con PR & GO UP

La mission delle Olimpiadi è quella di migliorare il mondo attraverso lo sport, promuovendo i valori di eccellenza, amicizia e rispetto. Questi sono i valori risonanti con i miliardi di persone che guarderanno le competizioni sportive e parteciperanno alle emozioni dell’evento. 

Si prospetta quindi un’occasione unica per le aziende di distinguersi, connettersi con il pubblico in modo autentico per costruire un brand duraturo. Adottando un approccio di marketing sportivo emozionale, innovativo, creativo e strategico, con il supporto di un partner affidabile, come PR & GO UP, le aziende possono sfruttare questo evento globale per raggiungere nuovi traguardi e posizionarsi sul podio.

Il nostro cliente, Valtellina, Official Supporter nella squadra di Milano Cortina 2026 rappresenta, in questo senso, una case history di successo. Questa partnership, infatti, rafforza il legame tra il territorio valtellinese e l’edizione dei Giochi più diffusi di sempre, e offre un’occasione straordinaria per far conoscere e valorizzare la destinazione turistica.

CLIENTI

Previous
Next

PR & GO UP

L’etica dell’intelligenza artificiale: implicazioni e pratiche responsabili per un futuro più sicuro

16.05.2024 Digital 5 minuti

In un’era di trasformazioni rapide e tecnologie avanzate, l’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando profondamente svariati settori, dai sistemi che supportano i medici nelle diagnosi ai software che ottimizzano i trasporti, fino ai chatbot intelligenti che assistono i clienti in tempo reale. L’intelligenza artificiale permea ormai ogni sfera della nostra vita, dal lavoro all’interazione con il mondo che ci circonda. In questo scenario, dove la tecnologia si intreccia con ogni dimensione della nostra realtà, ciascun aspetto legato all’etica dell’IA assume un’importanza sempre maggiore.

Perché abbiamo bisogno di un codice etico per l’intelligenza artificiale? Sfide e preoccupazioni

Sebbene rivoluzionaria, l’IA solleva questioni etiche significative che necessitano di essere affrontate per un uso responsabile. Le principali preoccupazioni riguardano:

 

  • Sicurezza e privacy: garantire la sicurezza e la privacy dei dati utilizzati e trattati dall’IA è fondamentale. È necessario implementare misure adeguate per proteggere i dati sensibili e prevenire accessi non autorizzati o violazioni.
  • Trasparenza: i processi decisionali dell’IA devono essere trasparenti e comprensibili, per consentire di individuare eventuali pregiudizi o errori e garantirne la responsabilità in caso di malfunzionamenti.
  • Bias e discriminazione: l’IA è addestrata su grandi quantità di dati, che possono riflettere e amplificare i pregiudizi presenti nella società. Questo può portare a sistemi di IA che discriminano in base a razza, sesso, religione, orientamento sessuale o altri fattori. 
  • Autonomia e controllo umano: una delle preoccupazioni più sentite è la convivenza tra IA ed esseri umani. L’intelligenza artificiale rappresenta infatti uno strumento prezioso che dovrebbe supportare le persone, ma si teme che possa portare a una perdita di centralità dell’ingegno umano a favore di quello artificiale.
  • Impatto sul lavoro: l’automazione indotta dall’IA potrebbe portare a cambiamenti nel mercato del lavoro, causando potenzialmente perdita di posti di lavoro in alcuni settori, in particolare quelli che prevedono compiti ripetitivi e manuali.

I principi fondamentali della bioetica applicati alle AI

Tutte le precedenti questioni etiche possono essere riassunte nei 5 principi fondamentali già alla base della bioetica, ossia:

 

  • Beneficenza: lo sviluppo dell’IA dovrebbe promuovere il benessere di tutte le creature senzienti e del pianeta.
  • Non maleficenza: l’AI deve evitare di violare la privacy personale, creare una corsa agli armamenti basati sull’IA, permettere usi impropri dell’IA senza possibilità di individuare i responsabili.
  • Autonomia: lo sviluppo dell’IA dovrebbe promuovere l’autonomia di tutti gli esseri umani. I sistemi autonomi non devono compromettere la libertà degli esseri umani di stabilire propri standard e norme. Inoltre, l’autonomia delle macchine dev’essere limitata e sempre reversibile.
  • Giustizia: promuovere la prosperità, preservare la solidarietà ed evitare l’iniquità. L’IA dovrebbe infatti promuovere la giustizia e cercare di eliminare tutti i tipi di discriminazione.
  • Esplicabilità: il funzionamento dell’IA è spesso invisibile o incomprensibile ai più. Questo principio include sia il senso di intelligibilità (come risposta alla domanda Come funziona?) sia il senso etico di responsabilità (come risposta alla domanda Chi è responsabile del modo in cui funziona?).

L’uso delle AI nelle agenzie di comunicazione

Le agenzie di comunicazione non sono avulse dalle preoccupazioni etiche dell’avvento delle intelligenze artificiali.

 

L’utilizzo delle IA conversazionali e generative può potenziare la capacità delle agenzie di comunicazione di fornire strategie più personalizzate, coinvolgenti ed efficaci, consentendo alle menti creative di concentrarsi su attività maggiormente strategiche e innovative, per esempio attraverso:

 

  • Automazione e personalizzazione: per automatizzare compiti ripetitivi come l’analisi di sentiment dei social media e la personalizzazione dei contenuti basati sul comportamento degli utenti. Questo non solo migliora l’efficienza ma consente anche campagne di marketing ancor più mirate e personalizzate.
  • Analisi predittiva: per eseguire analisi predittive al fine di comprendere i pattern di consumo e prevedere le tendenze future. Questo supporta la clientela nell’adattare rapidamente le loro strategie in scenari di mercato in continuo cambiamento.
  • Content generation AI: per assistere nella creazione di contenuti, assicurando che il tono e lo stile siano adatti al brand e al messaggio desiderato.
  • Chatbot IA: per fornire un supporto clienti tempestivo ed efficiente, garantendo al contempo che ogni interazione sia monitorata per coerenza e qualità.

 

La loro adozione però solleva quesiti di responsabilità: fino a che punto un sistema di machine learning può e deve avere controllo? Sebbene infatti l’IA offra numerosi vantaggi, è essenziale che anche il suo uso nel marketing e nella comunicazione sia sempre guidato da principi etici chiari.

Le preoccupazioni etiche dell’IA nel settore della comunicazione

La capacità delle IA di elaborare e analizzare enormi volumi di dati può infatti portare a conclusioni pregiudizievoli se non adeguatamente monitorata. Così il rischio di perpetuare le discriminazioni è significativo. Inoltre la mancanza di trasparenza nei processi dell’IA può generare mancanza di fiducia tra la clientela e il suo pubblico. Infine, esiste il rischio di manipolazione nella comunicazione, dove l’IA potrebbe essere utilizzata per creare deep fake o altri contenuti fuorvianti.

Etica e intelligenza artificiale: le proposte per il futuro

Promuovere la ricerca e lo sviluppo di intelligenze artificiali responsabili è fondamentale. Investire quindi in ricerche che pongono l’etica al centro dello sviluppo dell’IA, è un passo necessario per garantirne un uso sicuro.

 

L’IA non è solo una tecnologia rivoluzionaria, ma anche un’occasione per riflettere sui nostri valori e sul futuro che vogliamo costruire. Abbracciare un approccio etico significa sfruttare a pieno il potenziale delle IA, nel rispetto di tutte le figure che compongono la società.

 

Per affrontare le problematiche etiche, le proposte sono numerose.

 

Trasparenza: la trasparenza è un requisito imprescindibile per un’IA etica. È necessario implementare e promuovere la trasparenza completa nei processi decisionali dell’IA, garantendo il rispetto delle normative sulla privacy dei dati e la salvaguardia della sicurezza e della confidenzialità delle informazioni.

 

Inclusività: l’IA deve essere sviluppata in modo da evitare qualsiasi forma di pregiudizio o discriminazione. I dati utilizzati per il suo addestramento devono essere equanimi e rappresentativi di tutta la società.

 

Accountability: potente alleata, ma con responsabilità ben definite. L’IA è uno strumento prezioso per l’uomo. È necessario stabilire chiari confini al potere decisionale dei sistemi di IA, preservando il controllo umano e la responsabilità. In ogni caso, deve sempre esserci una persona che risponda delle decisioni prese dall’IA.

 

Impatto sul lavoro: l’automazione indotta dall’IA potrebbe portare a cambiamenti nel mercato del lavoro. È necessario sviluppare politiche e programmi di accompagnamento per la forza lavoro che potrebbe perdere il proprio posto a causa dell’IA, come la riqualificazione e il reinserimento professionale.

 

Educazione e sensibilizzazione: è fondamentale educare il pubblico sui benefici e sui rischi dell’IA, promuovendo una comprensione consapevole di questa tecnologia e del suo impatto sulla società.

 

Collaborazione e dialogo: affrontare le sfide etiche dell’IA richiede un’ampia collaborazione tra governi, aziende, ricercatori, organizzazioni della società civile e il pubblico. Il dialogo e la condivisione di conoscenze sono essenziali per sviluppare soluzioni etiche e responsabili.

 

Etica dell’intelligenza artificiale e quadro normativo solido

È necessario sviluppare un quadro normativo solido che regoli lo sviluppo e l’utilizzo dell’IA, garantendo che sia conforme ai principi etici e ai diritti umani. In questo contesto, è importante menzionare le iniziative significative già intraprese a livello europeo:

 

L’impegno per un futuro etico

L’IA ha il potenziale per migliorare la nostra società in molti modi, ma è fondamentale abbracciare il cambiamento mantenendo alta l’attenzione verso l’etica dell’intelligenza artificiale

 

Ciò vale anche per tutti gli operatori che lavorano nel digitale, come PR & GO UP. La nostra personale visione è quella di un ambiente che fa sue le potenzialità delle intelligenze artificiali, uno strumento prezioso per potenziare la creatività umana, migliorare l’efficienza e costruire una realtà più sostenibile, senza però sacrificare l’autenticità umana. Perché l’approccio human to human rimane l’elemento distintivo che guida le nostre azioni e ci permette di costruire relazioni durature e di valore.

CLIENTI

Previous
Next

PR & GO UP

Enoturismo in Italia: +7% con strategie di crescita digitali

02.05.2024 Digital 4 minuti

L’enoturismo rappresenta un pilastro fondamentale per l’economia italiana, generando un valore medio del 7% del business complessivo delle cantine. Questo dato, estratto dal manuale “Enoturismo 4.0 – Osservatorio Enoturismo: Evoluzione del digitale”, redatto da Dario Stefano e Donatella Cinelli Colombini, testimonia il crescente interesse del pubblico verso il settore, spinto dal desiderio di vivere esperienze autentiche e immersive alla scoperta dei segreti del patrimonio vitivinicolo italiano.

Seppur significativo, il dato non rende giustizia all’immenso potenziale di questo settore in grado di attrarre milioni di appassionati e curiosi provenienti da tutto il mondo. Emerge infatti chiaramente l’esigenza di strategie di crescita avanzate e di una comunicazione digitale mirata, in grado di valorizzare l’offerta enoturistica e raggiungere un pubblico sempre più ampio per massimizzare le opportunità in questo segmento in crescita.

Le cantine italiane quindi, custodi di un patrimonio vitivinicolo unico al mondo, si trovano di fronte a un’opportunità irripetibile: trasformare l’enoturismo in un vero e proprio motore di crescita.

 

Un’analisi del panorama enoturistico italiano: luci e ombre

Secondo il manuale “Enoturismo 4.0 – Osservatorio Enoturismo: Evoluzione del digitale” il comparto enoturistico italiano è caratterizzato da aziende di piccole dimensioni, il 48% non supera i 500mila euro di fatturato annuo, con un organico medio di 15 dipendenti, di cui 3 dedicati al wine hospitality. Nonostante la continua crescita del settore, permangono alcune criticità:

• Lontananza dai flussi turistici: il 32% delle cantine non si trova in zone ad alta vocazione turistica, rendendo necessario un lavoro di promozione mirato per attrarre visitatori.
• Scarsità di contatti e debole visibilità online: le cantine lamentano la difficoltà di intercettare nuovi clienti, soprattutto online.
• Personale insufficiente: il 74% delle aziende denuncia la mancanza di personale qualificato per gestire l’accoglienza enoturistica.
• Ripetitività delle proposte: l’offerta enoturistica di molte cantine è ancora poco diversificata e non in grado di soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più esigente.
• Orari di apertura limitati: il 75% delle cantine è aperto solo dal lunedì al venerdì, con orari ridotti nel weekend e chiusura totale durante le festività.

In questo contesto, mettere in atto una strategia di crescita, che passa anche per la digitalizzazione delle cantine, si rivela essere un potente strumento per il successo delle cantine italiane.

 

Strategie di crescita mirate per raggiungere il pubblico giusto

L’enoturismo non è un segmento monolitico, ma un insieme di esperienze diverse che rispondono a esigenze e desideri unici. Per questo motivo, è fondamentale sviluppare strategie di crescita e strategie di comunicazione innovative e mirate in grado di raggiungere il pubblico migliore con il messaggio giusto.

Ad esempio, è possibile rivolgersi a un target di clienti interessati alla cultura del vino, proponendo visite guidate ai vigneti e alla cantina, accompagnate da degustazioni di vini pregiati per incrementare le prenotazioni. Oppure, si può puntare su un turismo in cerca di esperienze autentiche, offrendo la possibilità di partecipare alla vendemmia o di soggiornare in agriturismi immersi nella natura.

L’adozione di strategie costruite ad hoc non solo può aiutare le cantine a superare le sfide attuali, ma anche a posizionarle favorevolmente nello sfruttare le opportunità future del settore.

 

Digitalizzazione e Accessibilità: il sito web come primo punto di contatto

In un mondo sempre più connesso, la presenza online è diventata un fattore imprescindibile per il successo di qualsiasi attività commerciale e le cantine italiane non fanno eccezione. Nonostante l’importanza crescente del web, solo il 34% delle cantine italiane supera i mille accessi mensili al proprio sito. Un dato che evidenzia un ampio margine di miglioramento in termini di visibilità online.

Diventa quindi decisivo lo sviluppo di siti web che non solo attirano traffico, ma lo convertono in prenotazioni e vendite, grazie a un’interfaccia utente intuitiva e contenuti ottimizzati SEO.

 

Strategie di Comunicazione Mirate sui Social Media

Oltre al sito web, è fondamentale curare la propria presenza sui social media scegliendo i canali più adatti al proprio target di riferimento e creare, per esempio, narrazioni che risuonano con esso.

In tal modo le cantine italiane possono promuoversi in modo mirato e aumentare la visibilità online, stabilire un legame diretto con i potenziali clienti, rispondere alle loro domande e soddisfare le loro curiosità.

 

Strategie di crescita oltre il digitale: tutte le opportunità del settore

Oltre a generare valore economico diretto, l’enoturismo offre ulteriori opportunità di crescita che possono essere massimizzate con l’aiuto della digitalizzazione:

• Creazione di nuovi posti di lavoro: l’enoturismo è un settore ad alta intensità di lavoro, con un potenziale significativo di creare nuovi posti di lavoro in aree rurali e marginali.
• Valorizzazione del territorio: l’enoturismo può contribuire a valorizzare il territorio italiano, promuovendo la cultura, la gastronomia e le tradizioni locali.
• Sviluppo sostenibile: l’enoturismo può essere sviluppato in modo sostenibile, promuovendo pratiche agricole ecocompatibili e riducendo l’impatto ambientale.

 

Parole d’ordine: innovazione e personalizzazione

L’enoturismo rappresenta una parte significativa del business delle cantine italiane, in grado sia di generare valore economico diretto sia di valorizzare l’economia locale in modo sostenibile, e per questo un approccio personalizzato è fondamentale.

In passato PR & GO UP ha affiancato prestigiose case vinicole sviluppando progetti di definizione del posizionamento e dell’etichetta, e campagne di advertising per la loro affermazione. Oggi promuoviamo alcuni territori vinicoli lombardi, in collaborazione con la destinazione e attraverso azioni mirate di PR ed eventi. Comunicare oggi significa intraprendere un percorso strategico di evoluzione digitale e comunicativa costruito su misura, che rispecchi l’identità del cliente e ne esalti le potenzialità nel vasto e competitivo contesto digitale attuale, per trasformare la potenzialità del turismo italiano legato al vino in un vero e proprio successo del Made in Italy nel mondo.

CLIENTI

Previous
Next

PR & GO UP

Quanto l’influencer marketing condiziona le scelte d’acquisto?

21.11.2023 Digital 2 minuti

Partiamo considerando che 28 milioni di italiani seguono almeno 1 influencer, un dato importante e che spiega chiaramente perchè i canali social vanno oggi considerati come uno strumento di comunicazione e di marketing vero e proprio, in grado di veicolare ogni tipo di messaggio, anche quelli promozionali o finalizzati alla vendita diretta.

Se gestiti in modo efficace, i social network permettono ad esempio a tutte le aziende di intercettare direttamente un bacino molto ampio di utenti profilati, proprio quegli stessi utenti che sono di fatto potenziali clienti.

 

L’Osservatorio InSIdE, promosso da Pulse Advertising in collaborazione con Eumetra e Università di Pavia, ha indagato su quanto le scelte d’acquisto degli italiani siano condizionate dagli Influencer e dai loro messaggi.

 

Fiducia prima di tutto

 

I dati sottolineano come un influencer prima di riuscire a guidare le scelte d’acquisto dei suoi follower deve guadagnare la loro fiducia. Quando gli utenti incontrano una collaborazione tra brand e influencer (advertising), hanno da “abbastanza” a “molta fiducia”, solo un 16 % resta scettico e se GenZ e Millenials si approcciano con interesse a questi contenuti, i Boomers sono più rigidi, meno abituati a certi meccanismi di promozione.

 

Il dato interessante è verso chi o cosa viene riposta la fiducia: il 51% della Genz si fida del consiglio dell’influencer, mentre i boomers sono più pragmatici e si fidano del brand.

 

A prendere in considerazione i consigli dati dai creator sono anche i più attenti alle politiche di CSR delle aziende legate all’ambiente o alle condizioni di lavoro dei dipendenti dell’azienda in questione.

 

Dal survey emerge anche che gli appartenenti alla comunità LGBTQ+, forse perché in media più giovani, siano più attenti a quel che dicono gli influencer seguiti e più propensi poi a seguirne I consigli, in particolare nell’abito dell’intrattenimento, cinema o serie TV.

 

GenZ e giovani mamme acquistano di più

 

La purchase intention risulta essere particolarmente forte per la GenZ ma nell’affidarsi agli influencers per le raccomandazioni sugli acquisti, insieme all’età, gioca molto la presenza di figli minorenni.

Infatti, quando si ha un minorenne in casa è più probabile che si prendano in considerazione prodotti consigliati da influencer e che in seguito si acquistino.

In generale, ben il 57% del pubblico prende in considerazione un prodotto consigliato dal creator, cioè più di 21 milioni di italiani.

 

 

I settori più “social”

 

I settori merceologici per cui questo processo sembra essere molto diretto sono: beauty & make-up, abbigliamento, cucina, tecnologia, videogiochi, cinema e serie tv.

Il sondaggio restituisce una mappa sugli acquisti nati su suggerimento dei social, evidenziando le differenze in base al gruppo di utenti con alcune sorprese che potrebbero influenzare la direzione di investimento dei brand: più dell’80% dei boomers procede all’acquisto di prodotti beauty, seguito da cinema e moda.

Per la GenX l’indice di interesse si concentra nel cinema, cucina e beauty, i Millenials invece comprano abbigliamento e molti più viaggi delle categorie precedenti.

 

Il Campione intervistato

 

Il rilevamento è stato condotto da Eumetra, Istituto di ricerca sociale e di marketing, su un campione di 2000 uomini e donne tra i 15 e 65 anni, suddivisi per fasce d’età secondo le metriche proprie del mondo dei social media: Baby boomers (1945-64), Generation X (1965 – 1984), Millennials (1984 – 1994), Generazione Z (1995 – 2010) provenienti da tutta Italia.

CLIENTI

Previous
Next

PR & GO UP

Restyling del sito web: quando, perché e come farlo

12.10.2023 Digital 2 minuti

Il mondo del web design assiste a costanti evoluzioni. Le tendenze e le tecnologie cambiano rapidamente e un sito web che era all’avanguardia solo alcuni anni fa potrebbe oggi sembrare datato e poco professionale.

 

È per questo motivo che il restyling e l’aggiornamento della propria digital brand identity è un aspetto fondamentale per le aziende che desiderano continuare a trasmettere una presenza online competitiva e impattante.

Ecco perché:

 

  1. Mantenere un aspetto fresco e contemporaneo

 

Uno dei principali motivi per il quale valutare il restyling del sito web è mantenere un aspetto fresco e contemporaneo, perché gli utenti sono alla ricerca di esperienze online all’avanguardia e intuitivamente piacevoli. Se il sito sembra superato, i visitatori potrebbero pensare che l’azienda non è all’altezza delle aspettative o che viene trascurata l’immagine trasmessa all’esterno.

Un design curato e al passo coi tempi è sinonimo di professionalità e attira l’attenzione dei visitatori, incoraggiandoli a esplorare il sito e a scoprire di più sulle attività e i servizi.

 

  1. Migliorare l’usabilità

 

L’usabilità è un altro aspetto chiave del web design. Un sito ben progettato dovrebbe essere intuitivo e facile da navigare.

Se i visitatori hanno difficoltà a trovare le informazioni di cui hanno bisogno o a eseguire azioni come effettuare un acquisto o contattare l’azienda, è probabile che abbandonino il sito in favore di uno più user-friendly.

Il restyling offre l’opportunità di ridurre i tempi di caricamento delle pagine, semplificare la navigazione e ottimizzare il layout per dispositivi mobili.

 

  1. Adattarsi alle nuove tecnologie

 

Le tecnologie web evolvono ogni giorno: nuovi standard, linguaggi di programmazione e framework vengono sviluppati per migliorare le prestazioni e la sicurezza dei dati.

Un sito obsoleto potrebbe essere vulnerabile a minacce di sicurezza o non essere in grado di sfruttare le nuove funzionalità offerte da queste tecnologie per migliorare l’esperienza dei visitatori e la presenza online.

 

  1. Ottimizzare per i motori di ricerca

 

I motori di ricerca come Google utilizzano algoritmi complessi per determinare il posizionamento dei siti web nei risultati di ricerca. Un sito datato potrebbe avere problemi di ottimizzazione SEO (Search Engine Optimization), il che significa che potrebbe essere difficile per i potenziali clienti trovarvi online.

Il restyling del sito web dà l’opportunità di aggiornare i contenuti, le parole chiave e la struttura del sito per migliorare la presenza nei motori di ricerca, aumentando così la visibilità online.

 

  1. Migliorare le conversioni

 

Uno degli obiettivi principali di un sito aziendale è convertire i visitatori in clienti o clienti potenziali.

Il processo di restyling permette di ottimizzare le pagine di destinazione, le call-to-action e il flusso di conversione per massimizzare le opportunità di generare lead e vendite.

Un design contemporaneo e una navigazione più semplice possono aumentare significativamente i tassi di conversione.

 

Il restyling del sito è uno degli investimenti più importanti per le aziende che vogliono mantenere una presenza online aggiornata e attrattiva.

Prima di intraprendere un progetto di redesign, è importante analizzare le tendenze del settore, pianificare i passaggi, prendere in considerazione le esigenze aziendali interne e degli utenti, e collaborare con professionisti esperti.

 

Se desideri ripensare la tua presenza online e rimanere competitivo, contattaci.

Insieme, costruiremo una strategia ad hoc per la tua azienda.

CLIENTI

Previous
Next

PR & GO UP

Google lancia Bard (anche) in Italia

18.07.2023 Digital 2 minuti

Google sbarca con Bard in Italia e lo fa introducendo nuove funzionalità rispetto alla versione Beta rilasciata qualche mese fa. L’IA generativa di casa Google, dopo essere uscita a marzo in USA e UK, è ora disponibile nella maggior parte del mondo, in più di 40 lingue.

 

Quali sono le principali caratteristiche di Google Bard?

 

Google Bard e privacy

 

Per quanto riguarda il tema sicurezza, Google si dichiara cauto e responsabile affermando di aver applicato tutti i passi necessari per la messa online con esperti, legislatori ed enti regolatori, inclusi i garanti per la protezione dei dati. Ma resta, e non è un segreto, che Google salverà e archivierà tutte le interazioni fatte su Bard con l’obiettivo di sviluppare e migliorare i prodotti, i servizi e le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.

Anche su Google Bard non c’è quindi la possibilità di rendere anonime le interazioni, così come non è possibile farlo con la competitor ChatGPT, ma è possibile scegliere per quanto tempo il sistema archivierà i dati personali nell’account Google. Per impostazione di default la memorizzazione avviene per un massimo di 18 mesi, ma è possibile modificare la durata a 3 oppure fino a 36 mesi. Si può anche disattivare direttamente questa funzione e richiedere la rimozione della propria attività su Bard in una sezione dedicata sul sito, ai sensi delle norme e delle leggi applicate.

 

Le nuove funzionalità di Google Bard

 

A differenza della versione Beta rilasciata qualche mese fa, Bard ha introdotto nuove funzionalità per migliorare e customizzare l’esperienza degli utenti: è possibile infatti ascoltare le risposte grazie alla funzione altoparlante, è possibile condividere le risposte dell’intelligenza artificiale in modo semplice e veloce ed è possibile fissare e rinominare le conversazioni con Bard, consentendo agli utenti di rivedere facilmente i prompt e riprendere le interazioni precedenti.

Arriveranno a breve altre funzionalità anche in Italia, che al momento sono disponibili solo nella versione inglese, come ad esempio la personalizzazione dei TOV, ovvero la possibilità di cambiare il tono e lo stile delle risposte in base a cinque opzioni possibili: semplice, lunga, corta, professionale o informale.

Un’altra opzione utile che sarà sviluppata anche nella versione italiana riguarda l’interazione dell’IA con le foto, come se si trattasse di un Google Lens potenziato. Nel concreto, si potrà caricare l’immagine nei prompt e Google Bard la analizzerà e suggerirà una didascalia e fornirà informazioni specifiche.

 

Conclusioni

 

L’arrivo di Bard è quindi il primo passo di Google verso l’obiettivo ambizioso e dichiarato di integrazione totale dell’IA con app e servizi come Gmail, Docs, foto e Maps, con l’obiettivo di sfruttare l’utilizzo della piattaforma per compiere diverse azioni tra cui inviare mail, organizzare le foto, pianificare viaggi, scrivere documenti, etc.

Tutte queste nuove funzionalità porteranno alla nascita di una “Esperienza di Ricerca Generativa”, capace di utilizzare l’IA per perfezionare e personalizzare l’esperienza di ricerca in modo sempre più significativo.

CLIENTI

Previous
Next

PR & GO UP

Intelligenza artificiale e turismo: un binomio vincente?

24.04.2023 Digital 3 minuti

L’Intelligenza Artificiale, insieme ai Big Data e al Machine Learning, è considerata uno degli strumenti-chiave dei processi di digitalizzazione e di trasformazioni tecnologiche in tutti i settori commerciali, turismo compreso.

Al momento non è ancora possibile comprendere a pieno la portata del cambiamento e l’impatto che la sua progressiva integrazione avrà, ma, in questa fase di transizione, come stanno reagendo alcune delle aziende di settore e quali azioni stanno iniziando a mettere in campo? Vediamolo insieme.

 

Intelligenza artificiale e turismo

 

L’intelligenza Artificiale è la tecnologia più discussa del momento e rappresenta un tema connesso ai tanti diversi ambiti e settori della vita privata e lavorativa. Anche nel mondo del turismo, diversi colossi di fama mondiale si stanno interfacciando con questo nuovo strumento e, in particolare, con ChatGPT, che è considerato il chatbot più famoso del momento.

 

Intelligenza artificiale: il caso Expedia

 

Expedia ha da poco lanciato l’integrazione di ChatGPT nell’app per iPhone. Nella chat i viaggiatori possono chiedere, ad esempio, di pianificare un itinerario più o meno avventuroso, con o senza esperienze adrenaliniche e, al tempo stesso, trovare alloggi dove rilassarsi.

L’obiettivo in questo caso è quello di rendere l’esperienza di viaggio su misura e customizzata, quasi come se si avesse un amico a cui chiedere consigli su qualsiasi destinazione al mondo.

 

Intelligenza artificiale: i casi Trip.com e Air India

Trip.com, portale di viaggi singaporiano, ha sviluppato TripGen che offre supporto ai viaggiatori rispondendo anche a domande generali e non solo riferite ai viaggi. L’obiettivo di TripGen è quello di porsi come compagno di viaggio per supportare i viaggiatori in modo semplice, veloce e diversificato.

Air India utilizza invece l’intelligenza artificiale per migliorare il servizio di assistenza ai clienti e per aspetti operativi come il briefing ai piloti.

 

Intelligenza artificiale: il caso Booking

 

Di parere contrario è invece Booking: la realtà ha infatti spiegato che preferisce utilizzare cautela nello sperimentare queste nuove soluzioni. Secondo i manager, che per ora stanno osservando la situazione senza passare all’azione, uno dei valori aggiunti dell’intelligenza artificiale potrebbe essere quello di capire meglio le intenzioni degli utenti quando sono in fase di scelta di una destinazione o di una sistemazione.

E come riportato da TTG Italia, le parole di Roberto De Re, fondatore di Travel Ledger, provider di servizi tecnologici per il comparto, arrivano a dare conferma di queste potenzialità: “L’intelligenza artificiale sarà utile per gestire le grandi quantità di informazioni delle agenzie di viaggi online e degli operatori. La previsione è che l’AI sia in grado di differenziare i dati per adattarli alle diverse tipologie di consumatori. Dunque sarà in grado di creare contenuti unici per ogni cluster: un’operazione che richiederebbe uno sforzo enorme se portata a termine con mezzi tradizionali”.

 

 

Conclusioni

 

I pareri sono quindi contrastanti: alcuni colossi stanno sempre più integrando l’AI con slancio e fiducia mentre altri preferiscono studiare prima il fenomeno per poi nel caso sfruttarlo.

Alcuni esperti del settore, e uno dei motivi per i quali alcune aziende di settore starebbero andando con i piedi di piombo, affermano che i sistemi di openAI sono stati programmati su dati che arrivano fino alla fine del 2021 e, purtroppo o per fortuna, quello dei viaggi è un settore in continua evoluzione, dinamico, dove le informazioni di qualche giorno fa oggi possono non valere più. Questo, infatti, potrebbe essere uno dei limiti dell’AI, o almeno finchè non si troverà il modo di aggiornare costantemente le informazioni rendendole quanto più attuali e recenti possibili.

Certo è che l’Intelligenza artificiale potrebbe mandare in soffitta l’ormai vecchio sistema di ChatBot, a favore di un’esperienza di customer care più fluida e customizzata.

 

E voi cosa ne pensate? L’intelligenza artificiale migliorerà i processi e li renderà più intuitivi, veloci e funzionali per le aziende del settore turistico e per il consumatore finale?

CLIENTI

Previous
Next